Questo corso affronta il tema delle rappresentazioni (discorsi, ideologie, immaginari) delle migrazioni in Europa dai paesi extra UE.
Indaga, prevalentemente con gli strumenti della sociologia dei media e della sociologia politica, i temi della produzione giornalistica e della comunicazione politica in epoca contemporanea, il ruolo della società civile nel subire o condizionare i racconti sui migranti prodotti dalle nostre società. Analizza i meccanismi di produzione e riproduzione di questi racconti e ne traccia gli effetti, in termini di consenso politico, produzione legislativa e opinione pubblica.
Il caso delle migrazioni viene presentato come paradigmatico di un fenomeno più ampio e generalizzabile: il ruolo dello storytelling nel definire il grado di apertura e chiusura, inclusione e esclusione, di un gruppo sociale. Le narrazioni sono pertanto viste sia come effetto che come causa della riproduzione di forme ideologiche che definiscono i confini simbolici della convivenza, alimentano il sentire identitario e normalizzano forme di subordinazione e di inclusione differenziata.
Il rapporto tra media e potere, studiato attraverso il prisma delle migrazioni, si può applicare a tante altre forme di definizione dei problemi sociali e risulta utile a comprendere fenomeni come il perpetrarsi del sessismo, la criminalizzazione della povertà, la negazione dei diritti alle minoranze.
La mappatura delle narrazioni su un tema (trattato in ottica intersezionale) permette anche di comprendere quali spazi si aprono per tentativi di contro-narrazioni e di rottura di forme di egemonia, offrendo preziose indicazioni per verificare l'inefficienza congenita di alcune forme di contro-narrazioni su cui convergono importanti investimenti.
Indaga, prevalentemente con gli strumenti della sociologia dei media e della sociologia politica, i temi della produzione giornalistica e della comunicazione politica in epoca contemporanea, il ruolo della società civile nel subire o condizionare i racconti sui migranti prodotti dalle nostre società. Analizza i meccanismi di produzione e riproduzione di questi racconti e ne traccia gli effetti, in termini di consenso politico, produzione legislativa e opinione pubblica.
Il caso delle migrazioni viene presentato come paradigmatico di un fenomeno più ampio e generalizzabile: il ruolo dello storytelling nel definire il grado di apertura e chiusura, inclusione e esclusione, di un gruppo sociale. Le narrazioni sono pertanto viste sia come effetto che come causa della riproduzione di forme ideologiche che definiscono i confini simbolici della convivenza, alimentano il sentire identitario e normalizzano forme di subordinazione e di inclusione differenziata.
Il rapporto tra media e potere, studiato attraverso il prisma delle migrazioni, si può applicare a tante altre forme di definizione dei problemi sociali e risulta utile a comprendere fenomeni come il perpetrarsi del sessismo, la criminalizzazione della povertà, la negazione dei diritti alle minoranze.
La mappatura delle narrazioni su un tema (trattato in ottica intersezionale) permette anche di comprendere quali spazi si aprono per tentativi di contro-narrazioni e di rottura di forme di egemonia, offrendo preziose indicazioni per verificare l'inefficienza congenita di alcune forme di contro-narrazioni su cui convergono importanti investimenti.
- Docente: Andrea Pogliano